Le Siège de Coni
L’assedio di Cuneo. Canto in lingua francese che fa riferimento ad un preciso fatto storico, l’ assedio del 1744. Nell’agosto di quell’anno le truppe francesi comandate da Luigi Francesco di Borbone, principe di Conti, e quelle spagnole al comando del marchese di Las Minas, scesero lungo la Valle Stura, conquistarono la fortezza di Demonte e ben presto arrivarono a cingere d’assedio la piazzaforte di Cuneo, alleata dei Savoia, ultimo baluardo a difesa di Torino e della pianura piemontese.
La canzone immagina un dialogo fra un cuneese assediato ed il Principe di Conti. Dice il cuneese: “ho scritto una lettera al principe di Conti per fargli conoscere cos’è Cuneo. E’ una fortezza ben difesa che resisterà a lungo, ha un comandante valoroso (il Barone Von Leutrum, il famoso Baron Litron, come lo chiamavano i cuneesi, un tedesco da sempre al servizio dei Savoia che per la sua fedeltà ed abilità verrà nominato governatore a vita di Cuneo)”
Prosegue il cuneese che Cuneo non teme fucili, né bombe, né cannoni, il principe avrà difficoltà a nutrire un esercito così numeroso, poi arriverà il freddo, neve e gelo, che lo costringeranno a tornare sui propri passi.
Risponde il principe e dice che ha un esercito di 100.000 uomini, che non ha problemi di rifornimenti per le sue truppe, che piange la sorte di Cuneo perché la conquisterà senza problemi proseguendo poi per Torino:
Anche la conquista di Torino sarà poco più di una formalità (SERA LE BRANDEVIN POUR LE PREMIER MATIN), cioè come un aperitivo preso di mattina, e per il freddo costruirà ripari e gallerie per i suoi soldati.
La conclusione del cuneese assediato al principe è un consiglio: invita il principe a tornare a Parigi e proseguire i suoi studi, non soltanto di latino, ma soprattutto nell’arte militare, perché il Principe di Conti, che ha appena 27 anni, non ha ancora doti sufficienti per un impegno così difficile, perché “POUR PRENDRE CONI FAUT ETRE PLUS SAVANT!”. Per prendere Cuneo occorre essere più abili.
Ed il cuneese aveva visto giusto: Cuneo resiste all’assedio e le truppe assedianti visti inutili i loro sforzi, il 22 ottobre cominciarono a ritirarsi, lasciando in quella campagna oltre 6.000 morti, mentre i cuneesi contarono appena 400 vittime.